Saturday, December 30, 2006

Il tempo pieno e il tempo vuoto

Natale e' passato, l'allegra famiglia e' ritornata alla terra natia, e io mi preparo al capodanno con grande voglia di far casino.
Da quando sono qui sto' vivendo esperienze intense ina dietro l'altra, a volte cosi sorprendenti da lasciarmi a bocca aperta!!!
Beh, certo che la novita' ed il nuovo ambiente contribuiscono, ma soprattutto mi accorgo che sono io che colgo ogni opportunita'; mi lancio nella mischia senza pensarci; i mei riflessi sono lucidi e pronti a scattare.
Perche' la mia permanenza qui e' a scadenza breve; in 3 mesi saro' di nuovo a casa, e chi s e' visto s e' visto. Ed io gia' lo so'. Ma solo per questo viaggio.
Quello che penso, pero', e faccio anche una citazione, e' che, in ogni caso, nessuno di noi sa' e sapra' mai quanto ne avra', di questo tempo che abbiamo ora...
Perche' allora non adoperiamo, spesso, questo entusiasmo anche nella nostra quotidiantita'?! Io stesso da tempo cerco di metterlo in pratica, cercando di destreggiarmi alla megio dentro le trappole della monotonia e delle abitudini. E guardando ogni momento con lo stesso entusiasmo. Perche' questo tempo non ritorna, non ritornera' mai, e non ha prorio senso non cogliere questa grande, immensa occasione. La piu' grande che abbiamo, in fondo...
Dovunque siamo, e qualunque cosa facciamo, e' sempre del nostro solo ed unico tempo che stiamo parlando. E' ora di alzare la testa, e smettere di trovare da soli il male del quale noi stessi soffriamo; diamo un bel calcio nelle reni ai pensieri che tanto e' sempre una palla; che a casa ci si stufa; che il lavoro e' sempre lo stesso. Perche' non lo e'! Siamo noi che lo rendiamo cosi. Il bicchiere non e' ne mezzo pieno ne' mezzo vuoto. Dipende da come lo guarderemo.
Buon anno a tutti!

Friday, December 29, 2006

Kathmandu Blue Note

Luci soffuse. Candele dapperutto. Sedie di legno e poltrone di velluto bianco. In fondo alla grande sala, un fuoco illumina la penombra. Siamo al Meridien, uno dei resort piu' lussuosi di tutto il Nepal. Immerso nel verde, sembra di non essere nemmeno a Gokarna, nella campagna appena fuori da Kathmandu...una struttura imponentissima immersa nel verde, con campi da golf; idromassaggi; sauna; piscina coperta riscaldata..un posto per pochi, dove una cena costa mille rupie, contro le cento/centoventi dei risto' della citta'..
Ma torniamo alla sala concerti. Gruppi di turisti, per lo piu' europei,; americani o giapponesi (gli unici che possono permettersi di soggiornare qui) osservano i musicisti, che, seduti su grandi cuscini su un poalco rivestito di tappeti, suonano musica strumentale chillout d'atmosfera.
Lo strumento principe dell'esibizone e' il sa'ranghi, un onirico incontro tra un violino ed un sitar, la chitarra indiana; poi, alla sua destra, una chitarra acustica; davanti un flauto e le tablas, le percussioni in metallo e pelle tipiche dell' India. Infine, a sinistra, uno jambe' scandisce il ritmo.
I ragazzi sono tutti musicisti professionisti, insegnanti nelle diverse accademie musicali della capitale, e molti di loro hanno gia' inciso diversi dischi, e fanno concerti in tutto il sud-est asiatico, qualcuno ha girato anche l'Europa.
Ma tra loro c' e' un intruso.
Si, perche' io questo concerto non l'ho guardato, l' ho suonato.
Nemmeno nelle mie fantasie piu' sognate mi sarei mai aspettato di poter parteciapere ad una cosa cosi. A volte, davvero, la realta' supera la fantasia.
Tutto e' cominciato nel ristorante italiano di Roby, l'antesignano di tutti gli Italiani emigrati in Nepal, arrivato qui a trent'anni, nel '74.
Al tavolo di fianco a me c' e' un giovanotto sui trenta, con un look decisamente poco Nepali: capelli lunghi; orecchini; jeans e stivali. I nostri sguardi si incontrano nel salutare entrami Roby, in italiano. Lui e' Syham, uno dei maggiori musicisti contemporanei Nepalesi, insegnante e vero e proprio artista del sa'ranghi. Parla bene italiano, perche' da 5 anni si esibisce in toune' nel nostro Belpaese. Da tempo desideravo conoscerlo, dopo averne sentito parlare ed aver ascoltato alcuni suoi dischi. Ma certo in questo modo non me lo sarei mai immaginato. Mi armo di coraggio, mi avvicino e mi presento. Cosi iniziamo a chiacchierare. La serata finisce con una promessa di rivederci, e dopo i primi inviti ai concerti, e le lunghe discussioni sulla musica ed i suoi mille siensi, arriva la proposta sognata: "perche' non ti unisci a noi? uno jambe' (l'unico strumento che sono riuscito a procurarmi qua', dopo la chitarra sgangherata dell' amico Sachin, che suona come un gatto schiacciato nella porta!) ci starebbe proprio bene".
Non ci potevo credere!
E cosi eccomi qui, seduto di fronte agli altolocati ospiti, che ci applaudono e fanno fotografie ( i giapponesi, ovviamente, e chi seno'!!)...Abbiamo suonato, pura jam session, per circa due ore. E ci siamo salutati con l'idea di ritornare al prossimo concerto la settimana successiva. Con la pratica il risultato non puo' che migliorare. Beh, staremo a vedere.
Sono davvero entusiasta di questa novita'.
E' proprio vero, se lo vuoi, le cose succedono; i sogni si avverano. Basta crederci, e con un po' di coraggio fare la prima mossa.

Saturday, December 23, 2006

Natale a Kathmandu

Oggi e' la vigilia di Natale. Che strano. Non che sia la vigilia, quella e' sempre il ventiquattro, mica come la Pasqua, che cambia ogni anno e io non c'ho mai capito un tubo!!
E' strana l'atmosfera, che ovviamente natalizia non e', visto che qui nessuno ne sa niente.....in effetti, a dir la verita' , qualcuno ne sa, ed i nepalesi, che come avrete intuito sono dei gran festaioli, quasi quasi lo festeggerebbero anche (visto che ogni occasione e' buona, pensate che fanno tre capodanni l'anno!! Ale'!), ma per ora la cosa e' limitata..
Quando penso al Natale ora ovviamente penso soprattutto al valore spirituale, dei regali non e' che poi me ne freghi piu' di tanto, a parte quelli inutili, che sono divertenti; e all'atmosfera di casa, dove resta comunque una delle occasioni migliori di tutto l'anno per stare insieme; incontrarsi; fare un po' di movimento. Le feste sono proprio una figata, a pensarci. Da sempre l'uomo ne ha avuto bisogno, e voglia direi, soprattutto....
beh, la vita pubblica e quella privata, insomma, che quest' anno mi devo inventare in qualche altro modo!
qualche italiano c e', e con i pochi il pranzo si fara'; in piu' e' appena sbarcata per una settimana l'allegra famiglia Sabatti, gli unici turisti-standard che ho visto fin ora: gli stranieri sono solo di due tipi qui: gli Hippy nostalgici, con i maglioni sbiutti; i capelli lunghi e l'aria trasandata; e quelli che fanno trekking, con il pile e gli scarponi anche per andare a comprare il pane!! Invece i miei, con millemila videocamere e occhiali da sole; gli zainetti e le sportine; il passo felapatissimo, attirano orde di venditori ambulanti che ovviamente, nonostante i miei sforzi per salvaguardarli, li fregano sempre e comunque!! Ieri mia madre, dopo ore di trattative per farle avere da una signora 5 braccialetti a 200 rupie, e' riuscita, mentre io mi ero distratto un attimo, a dargliene 500 per 6!!! ah, bene! Bell'affare!! Sapete cosa mi ha detto?? "si, ma il sesto e' piu' grande!!!"...andiamo bene!!
La triade (mammata, appapa' e fratello) al momento sono in giro a visitare la citta' , scortati dai miei mitici amici! Quei disgraziati non c'hanno niente da fare, mentre io, ovviamente, sono in ufficio a lavorare!!!
Gia' il fatto che ci siano i miei rende l' atmosfera prenatalizia carina, e' bello che siano venuti in questa settimana, un'altra non sarebbe stata uguale...
Per la vita privata, le mie preghierine ora le dico in nepalese; nei miei studi sulla materia fatti fin ora ho scoperto, anche se lo sapevo gia, in realta', che ovviamente in ogni fede i motivi ed i significati sono gli stessi; same God we pray; ma di Gesu qua non e' che se ne sia mai sentito parlare piu di tanto. Loro hanno i loro di profeti ( anche se Jesus piace a tutti! e come non potrebbe questo giovane hippy!! hhahahaha)...beh, il proposito di una vita, che ci si dice sempre a casa, di vivere il Natale nel proprio cuoricino e non solo come festa esteriore, qua devo attuarlo per forza, visto che tutta l'infrastruttura esterna non c e', seno' mi toccherebbe pure venire a lavorare!!!! Ma che' scherziamo??!!
L'anno nuovo invece lo si festeggera', mi e' dato di capire, ma non ho ancora la piu pallida idea di come....boh! staremo vedere!!
Nel frattempo buon Natale a tutti; e fate festa, che quando la festa non c e' capisci quanto e' bello averla!! Divertitevi!!!!!!!!
un abbraccio. rock'n'roll!!

Wednesday, December 20, 2006

Devgath: una citta' di Dio





Mentre ero a Chitwan ho scoperto dell'esistenza, all'interno della giungla, di una citta' Sacra agli Hindu: Devgath, una citta' di Dio.
Ovviamente sono andato subito a vedere di cosa si trattava, ed ho scoperto uno dei luoghi piu' belli del mio viaggio.
Devgath si trova all'interno della giungla, su un'ansa del fiume Narayani, uno dei piu grandi e celebrati fiumi del Nepal (Uno dei maggiori affluenti del Gange, per intenderci!).
Per arrivarci bisogna oltrepassare il fiume, su un minuscolo ponte di cavi d'acciaio, che ondeggia sotto i passi dei milti pellegrini che ogni giorno vengono a celebrare gli Dei in questo posto magico.
Devgath e' un luogo di preghiera e devozione, meta di chi, alla fine dei propri giorni, vuole vivere la pace e la serenita' della vicinanza a Dio.
Ma per capire cio' serve una premessa: nella cultura Hindu, la vita spirituale dei Brahmini, la casta piu alta e nobile, il cui ruolo nella societa' e' quello di custodi dei Templi e maestri della Vita Spirituale, e' divisa in quattro fasi consecutive.
La prima fase, quella dell'apprendimento della legge dello Spirito, avviene in giovane eta'. Nel passato, le famiglie portavano i loro figli presso i Sadhu, asceti che hanno abbandonato tutto per seguire "solo Shiva", e si dedicano alla meditazione ed alla vita spirituale, stabilendosi nella giungla o in alcuni luoghi sacri, e vivendo solo di offerte o di cio' che si trova nella foresta. Di Sadhu ce ne sono ancora molti, in tutto il Nepal e l'India, io ne ho gia' incontrati parecchi.
Questi giovani restavano, spogliati di tutti i loro beni e le loro cariche castali, per circa quattro anni con questi guru, girando per tutto il paese ed imparando dai loro meastri le dottrine Vediche (ah, i Veda sono i testi Sacri Hindu!!).
Ora questi ragazzi ricevono dai Sadhu solo una formale benedizione, un incontro cerimoniale che li avvia alla dottrina. Studiano presso scuole per diventare sacerdoti; la prima l'ho vista proprio a Devgath.
La seconda fase e' la vita familiare: prendere moglie ed avere figli; assaggiare la mondanita', insomma.
La terza fase e' il ritiro dalla sociata', in eta' avanzata, per cercare la pace e la serenita' lontano da tutto, e vicino solo agli Dei. Gli anziani si recano in luoghi isolati, dove poter pregare e raggiungere l'illuminazione. La quarta fase e' solo interiore, e' il raggiungimento di tale serenita', la pace dei sensi, il tutto. Dopo di questa, solo la morte.
Devgath, ovviamente, e' uno di questi luoghi.
Qui abitano anziani e malati, che sentendo vicina la fine cercano questo ultimo e profondo contatto con il Tutto che li ha creati. E questa pace si respira ad ogni passo. Gente sorridente, seduta a scaldarsi al sole, o intenta a leggere le scritture; a pregare; a meditare.
Gli unici giovanotti sono gli studenti della scuola, con le tipiche vesti cerimoniali e taglio di capelli (corti, con un lungo codino proprio nel centro della testa, dietro, in alto). Quando sono arrivato erano tutti intenti a giocare una partita di calcio...tutto il mondo e' paese, in fin dei conti!
La visita a Devgath e' stata davvero intensa, qui il senso della vita Spirituale e' molto chiaro immediato. La ricerca della consapevolezza della propria esistenza; del proprio essere al mondo come dono da lodare e gioire; del godere ogni momento del poco tempo rimasto come regalo, intenso e totale; del sapere che tutto quello che la Vita chiede e' la pace del cuore. E quando passi per Devgath tutto questo ti entra dentro.

I Giunglari


Mentre ero a Chitwan ovviamente ho avuto modo di vedere un mondo tutto diverso da quello ormai familiare della citta'.
La zona sud, il Terai, e' pianeggiante e si allunga verso l'India, anzi, semplicemente diventa l'India, non ci sono montagne per un bel po, laggiu'!
A nord, ovviamante, sempre l'Hymalaya a guardarci, e da qui sembra ancora piu imponente..la percezione che tutti asbbiamo delle montagne di casa non fa capire cos e' questa catena. Ho fatto molte fotografie, ma nessuna rende davvero l'idea. Queste montagne sono nel cielo!! In mezzo!!! Sono ad un'altezza dove di solito ci sono le nuvole, eppure sono li!!!
Ma torniamo a terra. Qui comincia la giungla del Bengala, che continua a sud per un bel pezzo di India ancora, e che e' ora un immenso parco naturale.
Ci sono stato per due giorni, nel week-end: a bordo di un elefante e con una canoa, per vedere da vicino le meraviglie che contiene.
La giungla e' un posto veramente intrigante: alterna momenti pieni di suoni e rumori ad altri di assoluto silenzio; luci; ombre; tutto e' amplificato, tutto e' piu grande.
A partire dagli animali. L'elefante e' grande sul serio; certo, sembra ovvio, ma poi quando te lo trovi li e per salirci devi andare su una specie dei casetta di legno te ne rendi davvero conto, e poi da su ti senti veramente senza alcun controllo, quando muove un passo tutto si sbilancia in avanti, e sembra che dovrai cadere da un momento all'altro, e poi di nuovo su, invece....
E poi l'elefante se ne sbatte alla grande! Mangia; si ferma; gioca; fa un po quel che gli pare, alla facciazza del conducente, e di noi poveri pirla appesi dietro...ma alla fine mi sembra una buona mediazione, alla fine nella giungla senza di lui non si entra...o meglio, non si esce!
Di animali da lassu ne ho visti: rinoceronti; coccodrilli; soprattutto volatili, di ogni livrea e forma...
Anche la canoa fa sentire la giungla da vicino, in fondo sei su una bagnarola che non e' molto piu grande dei coccodrilli che vedevo sulle rive del fiume...
beh, che altro dire, i racconti qui valgono poco, solo lo sguardo ripaga.

I bimbi Chepang non piangono mai


Eccomi di ritorno, oggi stesso, a bordo di uno spericolato bus, su e giu' per le colline per piu' di 5 ore, dall'ultima report mission.
Le report mission (come quella di Kavre) sono visite sul campo, dove l'ONG per cui mi trovo qui' lavora direttamente, fatte per monitorare l'andamento del progetto e controllarne le condizioni.
Questa volta, come vi avevo detto, sono stato spedito a Chitwan, al confine con l'India, per seguire il progetto sull'infanzia delle comunita' Chepang, con Paola e Kulchandra, dell'ufficio.
Questi Chepang, popolazione che ha origini del nord (occhi a mandorla, per intenderci!), sono gli abitanti oriundi dell'area della giungla, che da sempre vivono ai bordi, o dentro la foresta stessa.
Il loro isolamento geografico li ha, nei secoli, tagliati fuori dalla vita sociale e culturale dell'area, una delle piu ricche del paese (stavolta al contrario di Kavre!), facendo si che essi restassero indietro di almeno cento anni sulla tabella di marcia dello sviluppo generale della popolazione...
Quando sono stato nei loro villaggi ho capito il perche'. Sentieri inerpiacti a bordo delle solite jeep, e per raggiungere alcune comunita' bisogna percorrere per diversi km il letto asciutto di un fiume. Questo significa che durante tutto il monsone nessuno puo' andare da loro, nessuno puo' uscire dalla giungla. Ecco perche' le loro capanne sono spoglie, anche qui niente luce; niente comodita'. Stavolta acqua cen e'. Anche fin troppa!
Ma iniziamo dal principio...
A causa della non possibilita' di creare, per via dei luoghi impervi, scuole nelle aree Chepang, il progetto ha creato due hostels, scuole-ostello per bimbi Chepang, dove essi vivono per circa 9 mesi e mezzo l'anno.
Quella dove sono stato io e' una scuola-missione, finanziata dall'ONG, e gestita da un prete indiano, Father Michael, dell'ordine della Little Flower Congragation; un uomo gentile ma deciso, che da oltre vent'anni lavora per i diritti dei piu deboli, e che la sa' davvero lunga, anche se e' un sornione compare di chiacchierate notturne e di scherzi goliardici...
Con lui qui, in una vecchia casa affittata, vivono 2 suore, sister Hilda e sister Jiliola, sempre indiane; suore d' altri tempi, marziali e bacchettone, almeno in apparenza, ma poi basta la battuta cacciata a tradimento tra un boccone e l'altro, e si scatena l'euforia...
Ma i veri ospiti sono loro, i cuccioli Chepang, un ottantina di bimbi: da quelli piccolissimi, di quattro anni, ancora sparuti, a quelli un po piu grandi, sui tredici, ormai gia ometti, che vivono qui con loro...
la loro vita, per questi nove mesi, e' tutta dentro le mura della missione scuola: dormono-mangiano-giocano-studiano-si-arrampicano-saltano-cantano-crescono dentro queste quattro mura. Soli, e insieme al tempo stesso, perche' non deve essere per niente facile stare via di casa e badare a se stessi a quest eta'. Si, perche' i bimbi devono fare tutto da soli, dal bucato alle faccende domestiche, perche' le 7 persone della missione (Father; le 2 sister; una ward; due cuoche ed un custode) non possono fare piu di tanto.
Questi bambini vivono in branco, stanno insieme ventiquattrore al giorno, ed i piu grandi aiutano i piu piccini: li vestono; li pettinano; li lavano: li rimettono in piedi se giocando cascano...non ho mai visto una solidarieta' umana cosi giovane...non di certo nei bambini che conosco io, quantomeno.
Sembra un signore delle mosche al contrario, dove l'unione fa la forza, e tutti sono per l'uno, sempre e comunque.
Ma la cosa che mi ha colpito di piu e' che questi bimbi non piangono. Mai. Ma proprio mai. Qualsiasi cosa succeda. Questi bambini sono forti, e grandi pure, dentro. Sicuramente avranno nostalgia di casa; o un momento di sconforto...oppure cascano giocando..o la famigerata paura del buio, in quelle camerate senza lampadine..Niente, niente lacrime.
Questa settimana ho visto solo sorrisi, laggiu'.
E ho voluto unirmi a loro; ho mangiato con loro, all'aperto seduti per terra, perche' non c'e' abbastanza spazio nella vecchia casa per tutti quanti; ho giocato con loro, quante corse sul prato davanti alla scuola e su e giu per il cortile; li ho seguiti; osservati; catturati nella mia anima. Perche' questi bambini dalla vita hanno gia' imparato una delle lezioni piu importanti. Perche' questo si che e' coraggio.

Monday, December 11, 2006

welcome to the jungle!

Domattina parto per una nuova missione!
Mi spediscono insieme a Paola e Kulchandra, dell'ufficio, nel Terai, in fondo al Paese. Li, al confine con l'India, c e' il famoso Bengala, la giungla!!!
Elefanti e rinoceronti, laggiu' c e' un parco naturale che da solo e' grande come mezzo nord-est!!
Devo vedere 1 scuola-missione, gestita da un prete indiano, che si occupa di bimbi dell'etnia Chepang, che e' storicamente emarginata e vive in villaggi sperduti fuori le citta'.
La scuola e' anche ostello dove i bimbi vivono full time, accuditi da alcune suore...
Spero di poter documentare in qualche modo l'evento, perche' la mia povera digitale e' caduta e non va' tanto bene...
la mia family provvedera' a portarmene una nuova sett. prossima, quando vengono per Natale a trovarmi...freghero' quella della Paoletta! :)
ci sara' da divertirsi, ci vediamo tra 8 giorni!!
a presto!

Tuesday, December 5, 2006

Le lunghe notti di Kathmandu

Quando ero ancora appena arrivato, solo e spaesato, mi aggiravo nei miei solitari dopocena a zonzo per il centro...
Cosi, una sera, attirato dal suono di musica dal vivo proveniente da una finestra(oh yeah!), sono capitato in un localino al 3 piano di un edificio della piazza...
mentre ero seduto da solo a guardare il gruppo, un ragazzotto munito di un baschetto beige mi si avvicina e mi chiede perche' non mi siedo con lui ed i suoi amici, visto che sono tutti li a far festa ed io sono solo soletto...
Questo gesto credo sia stato il miglior regalo che ho ricevuto fin ora, una cosa cosi dolce da farmi commuovere!
Il ragazzotto si chiama Sachin, ha 27 anni, e' laureato in economia, ed ora ha una piccola ditta che esporta all'estero prodotti tipici nepalesi...lui e la sua cricca sono parte della new wave Nepalese, tutti liberi professionisti e giovanissimi imprenditori di se stessi, i primi giovani che hanno studiato ed hanno aperto le frontiere del Nepal ad una visione piu' moderna, anche se consevano tutto il bello della spiritualita' orientale, cosa che per altro lo ha portato ad invitare un giovanotto straniero solo seduto ad un tavolo di un bar con una naturalezza tale dal farlo sembrare la cosa piu scontata del mondo, come se non ci fosse nessun altro modo logico di agire, in quella situazione..
La serata e' stata bellissima, lunga ed etilica abbastanza da farmi alzare in ritardissimo per il lavoro il giorno dopo, e l ufficio apre alle 10!!!
Ora ci sentiamo quasi tutti i giorni, usciamo nei weekend e facciamo delle belle cene a casa...Sono tutti affascinati dalla mia maestria nel preparare cocktails (che in realta sono solo moijti e cuba libre, ma qua non si vedono mai!!) e ho anche quasi trovato lavoro come barista in un locale, al venerdi sera.....e' che ho troppa voglia di andare in giro di sera, ed i soldi che mi danno per ora mi bastano!!
Piu ci conosciamo piu stiamo diventando amici, parliamo di tutto e spesso le nostre visioni, che arrivano da 2 mondi cosi diversi, finiscono per arrivare nello stesso punto!!
e' bello sapere di avere fratelli sparsi in giro per il mondo, che aspettano solo che si manifestino le condizioni per riconoscersi a vicenda!! - questa non e' un mia teoria, e' sua!!
Rock'n'roll!

La nuova casa

Dall' Italia e' stata spedita qui a lavorare Paola, una simpatica ragazza di Vimercate di 29 anni, che stara' qui anche lei per 3 mesi circa...
Cosi abbiamo deciso di unire le forze e siamo andati a vivere insieme, questa volta in una casa casa!!
La casetta e' gialla, si trova proprio di fronte alla mia ex camera, dall'altra parte del giradino, al primo piano ed ha un meraviglioso balcone, grande e soleggiato, dove posso finalmente stendere le mie mutande ad asciugare senza aspettare 1 settimana(si, perche' lo stendino di la' era all ombra perenne...); ho una cucina, cosi non devo mangiare sempre fuori(forza con la pasta!!!), e, cosa piu importante di tutte, anzi fondamentale, un bagno interno, che ogni volta che facevo la doccia poi a rientrare in stanza assideravo...
Finalmente ho un letto a due piazze, e mi sono fregato dalla camera un sacco di mobili, cosi ora siamo sistemati proprio bene....
cosa voglio di piu?!?
Appena faccio qualche fotografia, vedete coi vostri occhi!!
a presto, baci!

Io e la Giardia

Questa settimana no ho dato notizia di me, non perche' ero occupato e bighellonare altrove, ma perche' ho avuto un simpatico incontro con uno dei tipici prodotti di questa zona di mondo..
infatti, grazie all'acqua poco pulita che c'e'qui, nonostante le precauzioni prese mi sono beccato un parassita intestinale, che aveva deciso di stabilirsi nel mio intestino...
qui, i vermi ed altri simpatici amici come la Giardia, questo il nome dell indesiderato inquilino abusivo, sono la principale causa di morte tra i bambini delle zone rurali, dove medicine e servizi ospedalieri sono difficilmente usati.
La maledetta creatura mi ha tirato a letto con la nausea ed una cagarella assassina, che colpiva senza preavviso e con un anticipo di massimo 8 secondi dalla detonazione, e che mi ha concesso solo sporadici allontanamenti dalla tazza, che credo sia la cosa che ho visto di piu in questi 3 giorni...
alla fine mi hanno portato in clinica, dove con l'ausilio di pastigliozzi al tritolo lo spiacevole vicino e' stato nominato, e successivamente estromesso dalla casa!!!!!
Che dire..anche questa volta, si cerca di fare tesoro dell'esperienza...credo che aver provato lo stato in cui questi poveri ragazzi si trovano a volte, ha contribuito ad avvicinarmici ancora di piu, a cogliere, come sempre voglio fare, sulla pelle gli stati d'animo e le sensazioni che sto' cercando qui. E a rendere piu chiaro il perche del lavoro che sto svolgendo, del bisogno di rendere questo posto, come ho detto cosi pieno di poesia, anche sicuro per garantire una vita sana a chi, volere del Fato, ci e' nato..al lavoro!!

Articolo

Dall'italia mi hanno chiesto di buttar giu' 2 righe su come va il lavoro fin ora per pubblicarle sul giornale dell'rganizzazione..
gia' che le ho scritte le giro quassu...
baci

Sono ormai da quasi un mese arrivato in Nepal, dove sto' facendo uno stage formativo presso la sede operativa CCS a Kathmandu. Fin da subito la differenza tra vivere la cooperazione sulla carta esul campo mi e' arrivata chiara e forte: qui si vedono non iresoconti, non la visione esterna dell' insieme, ma la fisicita'; ildarsi da fare; la quotidianita' dell impegno necessario per crearla. E questo e' stato solo l'inizio, perche' una volta giunto nell'area diintervento, a Kavre, dove sono stato per 10 giorni, ho lavorato fiancoa fianco con gli operatori sul campo, dividendo con loro ogni momento della giornata, ed arrivando davvero al cuore dell'intervento.Lavorare qui e' stato illuminante e gratificante al tempo stesso,perche' l' ideale,personale ed intimo, che mi ha spinto adintraprendere questo percorso lavorativo, qui si vede nei sorrisi dei bambini; nelle strette di mano della gente; delle cene insieme con iprofessori e nelle chiacchierate serali, solo al chirao del fuoco, coni compagni di lavoro, quando la giornata finisce.Vivere sulla propria pelle lo stile di vita degli abitanti: senza luce; senza acqua potabile; mangiando sempre e solo Dahlbat, il"piatto nazionale", lenticchie e riso bollito, e' forse l'unico modoper comprendere il valore di quel che stiamo facendo qui, e credo sia anche l'unico veramente onesto, verso loro e verso se stessi. Senza lecomodita' di casa; senza le migliaia di chilometri che ci separavano,ma fianco a fianco, questa e' la cooperazione, questo e' quello in cui dobbiamo credere. Ora piu che mai, perche' tutta questa realta' nonpuo' e non deve finire. Per tutti coloro che ci hanno creduto e cicredono ancora.Io, sicuramente, non mi fermero'.
SFG

Friday, December 1, 2006

Kavre: una storia

"Sapendo che presto il suo tempo sarebbe finito, il guru chiamo' i suoi discepoli, e, volendo lasciare loro un'ultima lezione, chiese loro: "cosa c'e' nella mia bocca??"
Essi non seppero rispondere...
allora il guru disse: "Cosa non c'e' nella mia bocca??"
Uno di loro capi e disse: "i denti!"
"esatto", disse il guru..."ora, questo e' bene o male??"
I discepoli non sapevano che dire, perche' non vloevano mancargli di rispetto...ma il guru continuo':
"i miei denti non hanno saputo adattarsi alle cose che hanno incontrato, sapevano solo mordere, erano duri ed inconsapevoli, ora non ci sono piu'ed io sono ancora qui, senza di essi...
invece la mia lingua si e'adattata ad ogni cosa che ha incontrato durante la mia vita, essendo versatile, morbida, accogliente. Era con me fin dall'inizio e sara' con me fino alla fine...
non siate come i denti, siate la lingua!"
Detto questo, pote' lasciare il mondo in pace."
Questa storia mel ha raccontata Bharat un giorno, mentre, come al solito, camminavamo lungo i sentieri di queste montagne..
e' carina, volevo raccontarvela..
un altro proverbio nepalese che mi e' piaciuto, e che rende bene il senso di questa gente, suona, tradotto dall'inglese, piu o meno cosi:
"you can leave a meal, but never leave a friend" - puoi lasciare un pasto, ma non lasciare mai un amico!
visto quanto e'difficile avere un pasto quassu'...direi che vale un bel po', no?!?
a presto!Baci!

Kavre: riflessioni notturne

Mentre ero nel mio sacco a pelo, pensavo spesso alla vita che la gente fa qui, e a quanto questa e'diversa da quella che di solito mi capita a casa...
Mi sembra di essere in un racconto dei miei nonni da giovani, per tutte le comodita' che non ci sono, e che, a dire il vero, direi che proprio non mi mancano, a parte la doccia calda, che un po' si!!
pero', piu' di tutto, mi sembra che qui il tempo venga speso in modo piu'intenso, e in una giornata riesci a vivere piu' cose, perche' non si puo perdere tempo, non esistono distrazioni...
La gente e' cosi immediata, cosi accogliente, stiamo le ore a chiacchierare, e anche chi non ti ha mai visto per srtada si ferma a salutare, ti invita per un te', tutti salutano, sorridono, sempre..
Questo non puo non farmi pensare al sistema di vita che rischiamo di fare a casa nostra...alle volte mi sembra che, se non stai sempre attento, ti facciano fare la vita del pirla, sempre ad inseguire chimere che tanto non puoi realizzare...Un'apparenza di quello che dovresti essere che tanto nessuno poi e',e che rende il tutto drammaticamente tragicomico...
Ho come l'impressione che abbiamo creato qualcosa al quale non riusciamo a stare dietro, perche' quello che abbiamo eletto come modello da seguire non e'ne vero ne gratificante, perche' freddo e privo del contatto umano che dovrebbe avere..Tv, giornali, tutto ci porta a credere che quello e'l'ideale a cui aspirare, ma e' la nostra natura che non lo puo' essere..
Invece qui la realta' e l'ideale della gente sembrano essere piu' vicine, piu' raggiungibili, non c e' insoddisfazione, o presunzione, o supponenza, cose che da noi sono ormani abitudine, o quasi..
Alla fine, se penso a certe situazioni che mi capita di incontrare, mi chiedo dove andremo a finire...Da qualche anno mi sforzo ogni giorno di approfondire il mio rapporto con la vita, di renderlo piu saldo e piu intenso, per viverla davvero a fondo, ma questo, invece di portarmi al centro del sistema, mi porta sempre di piu ad allontanarmene. A cosa serve aver raggiunto conclusioni, ideali, sudarsi la propria crescita, se poi il metro di giudizio di chi incontri non la prende in considerazione, perche' si basa su questo modello??...cioe', io mi ritengo una persona gagliarda, ma a che serve esserlo diventato se poi la ragazza che mi piace sceglie quello con la a3?? beh, posso sempre dire che e'un idiota, ma tanto non csmbia, perche'alla fine quello che ci resta male sono io, in fondo io mica volevo formulare un giudizio, evidentemente volevo dell'affetto(..e chiamiamolo cosi!!)..E poi a che serve ragionare con la propria testa, se questo ti porta ad essere sempre piu fuori dell ideale collettivo...spesso i miei comportamenti sono definiti bizzarri o inconsueti, o mi si dice che sono un "alternativo"..ma che alternativo?? io voglio solo farmi un po doi affaracci miei, non me n e' mai fregato niente del chiquet(es si scrive cosi!)dell'alternativo, anzi, mi stanno pure un po antipatici quelli che vogliono sempre far la voce fuori dal coro..io ho solo cercato, e un po'trovato, una strade dove mi sento realizzato, dove do'spazio a quelle che sono le mie priorita', i miei valori..e allora se per me l'importante e passare il tempo con le persone, e'chiaro che non investiro'soldi in una macchina, ma poi la gente prende in giro la mia uno..le manca di rispetto...mi fanno troppo incazzare!!ma che cazzo volete???arriva dappertutto pure lei!!ma fatevi i fatti vostri!
E poi se preferisco passare il tempo a fare quello che mi piace non rompetemi l'anima se non voglio spendere tutti i miei soldi in un unico sabato sera!!! E'possibile che per vivere una vita tua devi essere sempre piu border-line??che se trovi la tua strada sei allontanato dal resto dell opinione comune??..qual'e' l'obiettivo allora?? E'questa la grande liberta di cui ci fregiamo portatori?? quella dove se non ti comporti come il modello impone sei tagliato fuori?? che poi sto modello tanto e'impraticabile!!E a seguirlo non ci si guadagna niente, solo frustrazione per non arrivarci..
Lo sento, lo vedo in giro, che sempre piu' gente finalmente si sta' accorgendo di questo...confido che anche questa volta la vita trovera' la strada di uscire da questo casino..
Loro, qui, hanno il mito dell'uomo giusto, che vive non nel passato ne'nel futuro, ma giorno per giorno, conosce il valore della sua esistenza, e'gentile ed aiuta ogni altra persona che incontra sulla sua strada. Noi abbiamo Costantino. Mi spiegate perche'cazzo dovrei tornare??? :)
Ciao, buonanotte!

Sunday, November 26, 2006

Kavre: il paradiso di chi non ha niente





Kavre: un posto dove non c e' nemmeno l'acqua calda, e ti devi fare la doccia fredda gelata in un casottino a 30 metri da casa. Un posto dove di notte, dopo il tramonto, non si puo uscire da soli, perche in giro ci sono tigri, sciacalli e giaguari (si, si, tutti quanti, e pure altra roba!!). Dove di notte ci sono solo le luci del fuoco e delle nostre torce. Dove la carne si mangia, se va bene, 2 o 3 volte l'anno.
a Kavre sono stato bene, benissimo; la vita a Kavre scorre ad un ritmo al quale non sono abituato, la gente e' figlia del sole, perche' senza luce la giornata comincia all'alba e finisce al tramonto...la mattina la sveglia alle 5, e la sera mai a letto dopo le 8...
Ma dormire non e' un problema, anche con il materasso pulcioso di paglia e le finestre aperte perche' le grossolane ante di legno non si possono chiudere piu di tanto; perche la giornata finisce tutte le energie: ogni giorno almeno 5 ore di cammino tra le scoscesissime colline della valle, per raggiungere le scuole che ho visitato ed in cui ho raccolto i dati per la mia ricerca...
Qui, dopo piu di 5 ore di jeep, ci sono 6 paeselli, grumi di case disperse, arrampicate su per i pendii, cosi ripidi da doversi aiutare con le braccia nella salita certe volte, dove gli abitanti coltivano con costanza il necessario per la vita.
Ogni pasto che ho consumato, ogni giorno, era sempre uguale, riso bollito e fagioli e lenticchie, 2 volte al giorno, alle 8 e trenta, prima di partire, e alle 6, appena tornato;poi, lungo la strada, qualche frutto, quando lo si trovava..
Ma qui, soprattutto, mi sono sentito accolto; la gente ha un calore che non e' nemmeno paragonabile alla citta', che gia' era cosi sorprendente solo una settimana fa. Non c e' stata una casa in cui non sia stato in cui non mi abbiano dato cibo e da bere, e visto quello che si mangia qui capivo perfettamente la grandezza di ogni gesto. Un giorno che ero solo, stanco della camminata, ho bussato ad una porta chiedendo qualcosa da mangiare, tanta era la fame che avevo, e anche ad uno sconosciuto non e stato rifiutato un pasto, nonostante i gesti fossero l'unico modo per riuscire a parlare..
Accolto, poi, dai ragazzi che lavorano qui, i field operators, che ogni giorno percorrono distanze lunghissime per raccogliere i dati e portare alle scuole cio di cui hanno bisogno. 3 ragazzi tra i 20 ed i 25 anni, Bill, Dane e Ohm, una ragazza, Laxmi, e Bharat, 49 anni, per 25 professore di inglese, ora a capo dei field operators, grande maestro in questa mia visita fuori dal tempo, e vero amico, compagno di lunghe e intense chiacchierate in veranda, dopo cena, prima di andare a letto. Bharat e' sposato, ha 5 figli, e passa quasi tutto il suo tempo camminado tra queste montagne perche crede in questo progetto, e nel futuro che esso dara' a questi ragazzi. E' indu per nascita, ma come quasi tutti, qui, e' buddhista, fa 4 ore di maditazione al giorno, all alba ed al tramonto, non mangia carne, e vede poesia in tutto cio che gli capita di incontrtare sul suo cammino, sia questo un cane di passaggio o un bimbo seduto su un prato, un frutto da mangiare insieme o una vecchia signora carica di fieno. Parla e sorride con tutti, chiunque incontri, e mi ha accolto come un figlio fin dal primo giorno in cui sono arrivato qui.
Questi pochi giorni ho avuto l'onore di poter condividere con loro gli sforzi quotidiani, di capire che qui il lavoro ha un ritmo incomprensiblie per noi, dove per mezz ora di lavoro in una scuola ci sono 7 ore di cammino, ma questo non da ne fastidio ne noia, semplicemente e' cosi. Dove ogni giorno c e' solo riso e fagioli, tutto l'anno tutti gli anni, ma questo non da ne fastidio ne noia, semplicemente e' cosi.
Mi sembra che qui la vita si prenda davvero per com e', e le gioie di niente, di una chiacchierata, di uno scherzo o solo dello stare insieme sono piu intense, come nei racconti dei miei nonni, e dove cio'che non c e' non sembra mancare, negli occhi di chi vive solo di quel che puo' avere.
Dopo averci pensato un po', ho capito che alla fine e' tutta una questione di abitudine, sono le abitudini che creano le culture e le socierta', e che questa cultura e'piu vergine, piu selvatica, piu vera, in fondo, nient altro...alla fine noi ci siamo abituati a cose ben piu folli di queste, come stare chiusi in un ufficio ogni giorno otto ore per trent anni. Alla luce di questo, queste quotidiane camminate in mezzo alla campagna diventano - e di fatto lo sono - un paradiso.

Thursday, November 16, 2006

Eccomi qua'! sono le 10 e 37 di sera, esattamente 4 ore e 45 minuti avanti a voi...
Piu mi addentro in questo mondo e piu mi piace, direi che incantevole e' la parola giusta, in questo caso...
Incantevole come puo essere un posto che esiste sul serio, con le strade spoche, il traffico pazzo, i baracchini del cibo per strada, i branchi di cani randagi (ah, a prop., qui esistono solo quelli), i bambini mocciolenti e con i piedi lerci.....ma tutto questo e' incantevole proprio nei loro occhi, in questo sentimento comune di serenita' che sento che la gente prova qui, e del quale ora voglio riuscire ad essere parte...
C'e una cosa che rende il tutto ancora piu magico, o che forse potrebbe essere la causa di tutto questo: qui quella che e' la vita spirituale e quella materiale non sono state scisse come da noi, dove ci sono tempi e modi diversi per viverle, qui ogni azione, ogni cosa e' permeata di un grandissimo senso di spiritualita', e questo traspare nell' agire, nel parlare, nel lavorare....ogni cosa e' fatta alla luce di questa consapevolezza di un tutt'uno con le forze che stanno oltre l'azione stessa, e che le danno un significato piu profondo.
Mi accorgo di questo da molti gesti di fratellanza che vedo fare ad ogni angolo(pensate che addirittura la gente si prodiga a sfamare ogni giorno con un po di cibo, perfino i numerosi animali che gironzolano nelle strade, dai piccioni ai cani alle beneamate mitiche mucche!!), dal fatto che non ho ancora visto, ne' nel traffico indiavolato, ne' in un affollata piazza qualcuno essere arrabbiato o scontroso, sempre regna una pace quasi surreale...caspita, sono nel paese della pace!!! Persino i venditori, che da che esiste il mondo si sa' sono i piu rompiballe della storia umana qui sono discreti, sorridenti aspettano, e se non compri ti danno pure il biglietto da visita, casomai tornassi...ne ho gia un pacco in camera!!
E poi c'e' una grandissima solidarieta', se c'e' qualcuno in momentanea difficolta' tutti cercano di dare una mano, e quando ho chiesto qualcosa in giro sono sempre ed ampiamente stato aiutato, e in un modo che per noi sarebbe incomprensibile, con grande rispetto...E' come se la gente si mettesse sempre un po' nei tuoi panni, e capisse di che hai bisogno.....fantastico!!
Vorrei parlavi ancora di questo, perche' ci sono cosi tante cose da dire che scriverei tutta la notte....Ma e' il caso che vada a nanne, che domani c e' da lavura'!!
Buonanotte a tutti!Baci

Nasce il Blog!!UAU!!!

Ladies and Gentlemen, welcome to GianAroundTheWorld!!
La mia idea delle emailz sul mio viaggio ha suscitato l'interesse di persone realmente competenti del wideworldweb, che sarebbe internet, credo -nella persona del buon vecchio amico For(thank you!), e cosi ecco qua' il Blog, tutto nuovo, dove posso scrivere tutto quello che vi voglio dire senza intasarvi la posta con fotografie che ci vuole 1 vita a caricare etc...so, quando aggiungero' qualcosa vi mandero' 1 mail con il link cosi potrete sapere tutto!! E scrivetemi, che mi piace tantissssssssssssssimooooooooo!!!!!!!
1 abbraccio