Tuesday, December 5, 2006

Articolo

Dall'italia mi hanno chiesto di buttar giu' 2 righe su come va il lavoro fin ora per pubblicarle sul giornale dell'rganizzazione..
gia' che le ho scritte le giro quassu...
baci

Sono ormai da quasi un mese arrivato in Nepal, dove sto' facendo uno stage formativo presso la sede operativa CCS a Kathmandu. Fin da subito la differenza tra vivere la cooperazione sulla carta esul campo mi e' arrivata chiara e forte: qui si vedono non iresoconti, non la visione esterna dell' insieme, ma la fisicita'; ildarsi da fare; la quotidianita' dell impegno necessario per crearla. E questo e' stato solo l'inizio, perche' una volta giunto nell'area diintervento, a Kavre, dove sono stato per 10 giorni, ho lavorato fiancoa fianco con gli operatori sul campo, dividendo con loro ogni momento della giornata, ed arrivando davvero al cuore dell'intervento.Lavorare qui e' stato illuminante e gratificante al tempo stesso,perche' l' ideale,personale ed intimo, che mi ha spinto adintraprendere questo percorso lavorativo, qui si vede nei sorrisi dei bambini; nelle strette di mano della gente; delle cene insieme con iprofessori e nelle chiacchierate serali, solo al chirao del fuoco, coni compagni di lavoro, quando la giornata finisce.Vivere sulla propria pelle lo stile di vita degli abitanti: senza luce; senza acqua potabile; mangiando sempre e solo Dahlbat, il"piatto nazionale", lenticchie e riso bollito, e' forse l'unico modoper comprendere il valore di quel che stiamo facendo qui, e credo sia anche l'unico veramente onesto, verso loro e verso se stessi. Senza lecomodita' di casa; senza le migliaia di chilometri che ci separavano,ma fianco a fianco, questa e' la cooperazione, questo e' quello in cui dobbiamo credere. Ora piu che mai, perche' tutta questa realta' nonpuo' e non deve finire. Per tutti coloro che ci hanno creduto e cicredono ancora.Io, sicuramente, non mi fermero'.
SFG

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