Wednesday, December 20, 2006

Devgath: una citta' di Dio





Mentre ero a Chitwan ho scoperto dell'esistenza, all'interno della giungla, di una citta' Sacra agli Hindu: Devgath, una citta' di Dio.
Ovviamente sono andato subito a vedere di cosa si trattava, ed ho scoperto uno dei luoghi piu' belli del mio viaggio.
Devgath si trova all'interno della giungla, su un'ansa del fiume Narayani, uno dei piu grandi e celebrati fiumi del Nepal (Uno dei maggiori affluenti del Gange, per intenderci!).
Per arrivarci bisogna oltrepassare il fiume, su un minuscolo ponte di cavi d'acciaio, che ondeggia sotto i passi dei milti pellegrini che ogni giorno vengono a celebrare gli Dei in questo posto magico.
Devgath e' un luogo di preghiera e devozione, meta di chi, alla fine dei propri giorni, vuole vivere la pace e la serenita' della vicinanza a Dio.
Ma per capire cio' serve una premessa: nella cultura Hindu, la vita spirituale dei Brahmini, la casta piu alta e nobile, il cui ruolo nella societa' e' quello di custodi dei Templi e maestri della Vita Spirituale, e' divisa in quattro fasi consecutive.
La prima fase, quella dell'apprendimento della legge dello Spirito, avviene in giovane eta'. Nel passato, le famiglie portavano i loro figli presso i Sadhu, asceti che hanno abbandonato tutto per seguire "solo Shiva", e si dedicano alla meditazione ed alla vita spirituale, stabilendosi nella giungla o in alcuni luoghi sacri, e vivendo solo di offerte o di cio' che si trova nella foresta. Di Sadhu ce ne sono ancora molti, in tutto il Nepal e l'India, io ne ho gia' incontrati parecchi.
Questi giovani restavano, spogliati di tutti i loro beni e le loro cariche castali, per circa quattro anni con questi guru, girando per tutto il paese ed imparando dai loro meastri le dottrine Vediche (ah, i Veda sono i testi Sacri Hindu!!).
Ora questi ragazzi ricevono dai Sadhu solo una formale benedizione, un incontro cerimoniale che li avvia alla dottrina. Studiano presso scuole per diventare sacerdoti; la prima l'ho vista proprio a Devgath.
La seconda fase e' la vita familiare: prendere moglie ed avere figli; assaggiare la mondanita', insomma.
La terza fase e' il ritiro dalla sociata', in eta' avanzata, per cercare la pace e la serenita' lontano da tutto, e vicino solo agli Dei. Gli anziani si recano in luoghi isolati, dove poter pregare e raggiungere l'illuminazione. La quarta fase e' solo interiore, e' il raggiungimento di tale serenita', la pace dei sensi, il tutto. Dopo di questa, solo la morte.
Devgath, ovviamente, e' uno di questi luoghi.
Qui abitano anziani e malati, che sentendo vicina la fine cercano questo ultimo e profondo contatto con il Tutto che li ha creati. E questa pace si respira ad ogni passo. Gente sorridente, seduta a scaldarsi al sole, o intenta a leggere le scritture; a pregare; a meditare.
Gli unici giovanotti sono gli studenti della scuola, con le tipiche vesti cerimoniali e taglio di capelli (corti, con un lungo codino proprio nel centro della testa, dietro, in alto). Quando sono arrivato erano tutti intenti a giocare una partita di calcio...tutto il mondo e' paese, in fin dei conti!
La visita a Devgath e' stata davvero intensa, qui il senso della vita Spirituale e' molto chiaro immediato. La ricerca della consapevolezza della propria esistenza; del proprio essere al mondo come dono da lodare e gioire; del godere ogni momento del poco tempo rimasto come regalo, intenso e totale; del sapere che tutto quello che la Vita chiede e' la pace del cuore. E quando passi per Devgath tutto questo ti entra dentro.

4 comments:

Anonymous said...

ciao, questa tua avventura sta diventando sempre più intensa, viaggi su jeep in mezzo al nulla, visiti la giungla a bordo di comodissimi elefanti e navighi in prima classe su canoe in mezzo ai coccodrilli, che dire? Goditi questi momenti e vivi fino in fondo questa esperienza che ti cambierà per tutta la vita, magari quando torni, prendendo spunto dal blog, ci viene fuori pure un bel libro... un abbraccio da una persona che ti è sempre vicina, bacio, Samy

Anonymous said...

ciao Giancarlo carissimo, finalmente sei tornato! Avevo nostalgia dei tuoi racconti, delle sensazioni e pensieri che riesci a trasmettere in modo così bello e vivo che mi piacciono proprio tanto. Ti invidio, immerso in quella pace nei giorni in cui sto correndo per...per?? Mah, speriamo bene. Ti abbraccio affettuosissimamente. zia Livia

Anonymous said...

Eilha!
Certo che tutto il mondo è paese, alla fine non ci sono storie che reggano: siamo tutti uguali ed agiamo allo stesso modo. Certo la storia e le tradizioni locali portano ad avere universi paralleli, popolazioni che non comprendono gli usi ed i costumi delle altre popolazioni, ma alla fine si nota che tutto il mondo segue una propria logica. Non mi riferisco tanto al calcio che hai ritrovato anche li, ma piuttosto a ciò che significa: anche se era un altro sport rispecchia la voglia di giocare e divertirsi insieme. Anche la vita che hai descritto sembrerebbe ben diversa dalla nostra, ma ad un'attenta analisi si vede una elevata corrispondenza. Cambiano solo le visioni ma non le prospettive: li le fasi sono l'apprendimento, la creazione di qualcosa di proprio, ed infine il godimento della vecchiai. Tutto alla continua ricerca di illuminazione. Anche qua si vedono le stesse prospettive: si inizia dalla scuola, ci si realizza nella vita, ed infine ci si vuol godere la pensione. L'illuminazione bhe vista come forma di continua ispirazione e risoluzione ai propri pensieri, chi di noi non la cerca?
Certo forse non è molto piacevole iniziare a vivere con la percezione di come sarà la nostra vita, ma qua sta alla fantasia di ognuno crearsi il proprio mondo, mentre ciò che abbiamo detto essere comune a tutti i paesi del mondo è più una linea guida perfettamente logica a cui l'uomo è arrivato inevitabilmente dopo secoli di profonde riflessioni indipendentemente da dove si trovava.
Ciao carissimo e stammi bene!

Roby

P.S. Portati a casa l'elefante così puoi girare anche con i blocchi....

Anonymous said...

Ciao Gian,
ti auguro buon Natale!
Ho scoperto questa mattina il tuo blog e sono commosso ma per nulla sorpreso, sei una persona stupenda.


Spero di vederti presto.

Steven