Tuesday, October 28, 2008

SULLA PAURA

Scrivo di un argomento difficile, un pò tabù, di un argomento che fa paura. Anzi, della paura stessa. Parlare delle paure ci rende nudi, è difficile. Disarmante. E ci fa guardare dove noi non vorremmo mai gettar luce. Perchè affrontare questo fantasma? Perchè è necessario.Non vedo altre via d'uscita, alla ricerca di un pò di consapevolezza. In fondo dobbiamo conoscere i nostri nemici, alla foggia degli eroi greci, e dei racconti epici cinesi, in cui già questo proverbio aveva un forte senso. E se abbiamo un nemico in casa nostra, questo è la paura. La paura di chè? Non di qualcosa in particolare ovviamente, io parlo della paura in senso lato, come emozione, come emotività. Perchè c è? Certo, il retaggio biologico ci lascia ricordi di paure ataviche come quella del buio, zona di caccia dei predatori dei nostri antenati, o la paura del pericolo, quell annusare la situazione di rischio...ma c è un'altra paura, più sottile, più moderna; tutta umana, per così dire. La paura di essere felici. In fondo essere felici è un rischio serio. vuol dire giocarsela. Vuol dire anche tentare e non riuscire, e sapere che non si è riusciti per colpa nostra. E dover riprovare. Vuol dire la responsabilità di una vita intera sulle nostre spalle. E invece sapere che non è per colpa nostra ci rassicura..in fondo, che potavamo fare? Se il mondo va male, se non otteniamo ciò che vogliamo, è perchè il mondo è brutto e cattivo, non certo perchè noi abbiamo paura di giocarcela. E il mondo ci asseconda, specie in quest'ultimo periodo in cui brutto e cattivo lo è diventato sul serio. Di demoni cen è finchè vogliamo, ad infestarne la bellezza. Ma fondamentalmente il motivo di tutto ciò è perchè abbiamo paura di raccogliere la sfida, e questo blocca ogni meccanismo, in un mondo che non cambia. questa paura è l'anestetico dell'anima, ma l'anima ogni tanto si sveglia, e si fa sentire..Cos è questo malessere così diffuso? Questo fruscio di infelicità sotto la traccia della vita quotidiana? E' il risveglio di quest'anima che si guarda allo specchio, incatenata in un camice di forza che la paura gli ha legato addosso, e vede che tutto intorno va a rotoli e lei non fà nulla, mentre gli avvoltoi divorano i resti di quest'esistenza, prima di ripiombare nel sonno...
Allora, forse, è ora di smettere di avere paura! E come? E' ora di credere che a questa vita presa in prestito dobbiamo di più. Che la stiamo defraudando del suo contenuto più profondo, cioè la sua autorealizzazione. Ma questa vita non ci appartiene, cel hanno data solo per un pò, e non è per noi il giudizio di come trasformarla: noi ne siamo solo un'incresapatura sulla superficie, il nostro unico compito è quello di lasciarla esprimere. Non dobbiamo e non possiamo avere interessi egoistici, ma sapere che ogni nostro gesto e azione, che ogni dote che abbiamo ,ogni caratteristica, ogni qualità, non è che la forma di questa increspatura, e che il nostro dovere è di usarla per portare la vita dentro di noi dove è giusto che vada. Se pensiamo che un uomo può fare la differenza, nella sua minuscola essenza, allora non può essere altrimenti, che questa differenza non sia per lui, ma per la vita intera, per tutto quello che essa è, nel cerchio del mondo in cui ci lancia, come frecce scoccate dall'arco: la freccia deve andare, dovel'arco l'ha tirata. la nostra vita deve andare a chiudere il cerchio di sè stessa: alla sorgente, al tutto. Siamo granelli di sabbia, cellule del mondo, e nessuna cellula può agire per suo proprio interesse, ogniuna deve portare tutte le sue forze, qualunque caratteristica abbia, all'interesse del tutto a cui appartiene. Così deve essere per noi. Sapere questo ci rende liberi finalmente dal pensare che il fallimento sia in agguato. Di capire che possiamo diventare qualunque cosa vogliamo, poichè siamo strumenti di questa vita più grande. E poter smettere di pensare che non ci sia nulla da fare. Di redere che il nostro egoismo basti a renderci felici.E, soprattutto, dall'avere paura. Nessuna paura nell'essere una freccia che, qualunque strada percorra, stà andando a casa, verso la sua unica mete possibile: a colpire il bersaglio.

LAZARO ALZATI E CAMMINA

Dopo un lungo periodo di assenza torno finalmente a postare qualcosa sul Blog. La frenesia degli ultimi tempi mi ha portato a non averne il tempo, ma le cose da dire ci sono e ci saranno sempre.
L'importante è non perdere di vista l' obiettivo di centrare il presente, di non lasciarselo scappare via. Capita. Capita eccome. Ci sono troppe distrazioni, e la concentrazione spesso non è adeguata. Ma il binario si riincontra subito, quando questo pensiero attraversa la mente. Non trascuriamolo.