Monday, November 3, 2008

DUE NOVEMBRE

Due novembre. Due ricorrenze. I morti e i Santi. Due categorie molto interessanti, queste. I primi perchè non ci sono più. I secondi perchè, a loro modo, hanno deciso di non esserlo.
In questa data è abbastanza frequente fare una visita ai cimiteri dove si trovano i propri cari od amici, ed è quello che ho fatto anche io...
E, camminando in un luogo così suggestivo come un cimitero, specie in una giornata uggiosa come lo era quella di questo due Novembre, è stato inevitabile fare delle riflessioni...
In effetti consiglio a tutti di farsi una passeggiata in un cimitero, ogni tanto. E' illuminante. Lo è, per noi che ancora siamo vivi, perchè inevitabilmente ce lo ricorda. Quanti nomi, dietro i quali si celano tante storie, che nemmeno ci possiamo immaginare, vi si trovano. A volte cerco di immaginarmi come possa essere stata una persona in base alla tomba che ha. Poi mi ricordo che, in verità, essa è stata decisa non certo da lui, e quindi forse chissà, nemmeno lo rispecchia. Sicuro, a lui non interessa più. A noi invece interessa ancora tutto quanto! Per questo camminando in un cimitero, si sente ancora di più la forza della vita , perchè, rispetto a chi non l'ha più, noi abbiamo ancora la possibilità di scegliere chi essere. E' da quì che parte la mia riflessione...perchè questo mi ha riportato alla mente l'immagine dei Santi. Indipendentemente dai personali credo e opinioni, un Santo è prima di tutto un uomo coerente, a tal punto convinto dei suoi pensieri da darne la vita in cambio. Ci sono "santi" di ogni tipo e in ogni civiltà, anche se non sono chiamati certo con l'appellativo d'uso comune cristiano. Poco importa, la sostanza rimane la stessa. Una volta ho letto questo trafiletto da qualche parte: "un eroe è semplicemente un uomo che prende atto della situazione, e fà ciò che deve essere fatto. Prendendo su di sè la responsabilità delle conseguenze". Che bellezza in queste parole! Ci sono delle cose che indubbiamente sentiamo nel nostro cuore come giuste, come un dovere, una chiamata. Vogliamo chiamarla giustizia? o etica? ...io credo sia solo il nostro dovere per saldare il debito che abbiamo verso questa vita che abbiamo avuto in prestito: come parte di un tutto, non saremmo niente senza il resto che ci circonda, e quindi, capendo il valore della nostra unicità, non possiamo non capire il valore della vita che pervade tutto quanto, del rispetto che dobbiamo portare a questa cosa e al dovere che abbiamo di difenderla da ogni situazione che la minacci. Sì, perchè per molto, forse già troppo tempo, l'egoismo ha dominato il nostro sistema, distruggendo questo nostro "tutto" in favore di miseri e meschini interessi. Quì, contro questa causa, i "santi" del mondo si sono battuti, consapevoli del valore di quell'idea che li faceva perseveranti, a costo di rischiare, e perdere, la stessa vita che avevano. Noi non siamo diversi da loro, nelle opportunità. Se mai, lo siamo nella coerenza. Perchè ogni giorno, non solo il due Novembre, vediamo coi nostri occhi la brutalità che distrugge questo nostro mondo, che annulla gli ideali, che fà a pezzi il nostro presente, rendendo vuoto il nostro futuro. Assistiamo sempre a questo, e a volte le occasioni ci mettono di fronte a situazioni in cui possiamo essere l'ago della bilancia. Possiamo decidere o esssere parte di un evento, di un accadimento, o anche solo di una piccola cosa, in cui però l'esito può dipendere da noi. E lì possiamo vedere davvero che cosa siamo. Abbiamo il coraggio di essere coerenti con la vita di cui godiamo? Oppure siamo dei codardi, che vogliono in cambio tutta la sua bellezza ma non abbiamo il coraggio di difenderla, quando essa è calpestata? I morti non possono più farlo. I santi lo hanno già fatto. Noi abbiamo l'occasione di farlo. Adesso.

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