Wednesday, December 10, 2008

UNA STORIELLA...

Una storiella che ho scritto.... forse divertente, decisamente surreale, chissà se si capisce...da prendere per quel che è, un gioco, nel rispetto di Tutti e Tutto...
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RISIKO COSMOGONICO

Si ritrovarono al solito posto, dove si riunivano da sempre. Un po’, perché non c’era altro luogo, un po’perché, non essendoci tempo, riunirsi lì da sempre non aveva alcun significato a livello temporale, sempre era ora e mai, e ogni volta; tant’è che nessuno di loro ci fece caso. Sapevano che si sarebbero trovati lì, e basta. Così come sapevano tutto il resto, essendo per definizione, ed un po’ anche per merito, al corrente di tutto. In realtà il fatto è che non c’era ancora nulla, quindi non c’era alcunché di cui essere al corrente. Per questo sapevano tutto. Tutto, e niente.
Sapevano però, che quella sera avrebbero iniziato la partita. La partita più importante di tutte. Anche perché era l’unica. Per dirla tutta quella non era neppure sera. Era, punto e basta!
Si misero intorno al tavolo. Quello invece c’era. L’avevano fatto loro. O, semplicemente, immaginato. La cosa non faceva differenza. Così, come avevano creato il gioco e le sue regole, che ora si apprestavano ad iniziare.
Sul piano la mappa di quella che un giorno avremmo conosciuto come mondo; le carte; gli obiettivi; e le pedine. Le pedine non erano carroarmati, però. Quello arrivò in un momento successivo e molto più tragico. Per ora, ognuno aveva scelto pedine che ne incarnassero un simbolo che si erano scelti, che gli piaceva. Uno aveva un omino colla testa di elefante. Uno un altro col corpo di leone. Un altro ancora, una serie di animali uno sulle spalle dell’altro.
Si guardarono. Non con gli occhi però. No, si guardarono dentro, e si intesero. Era ora di cominciare a giocare. Giocare! Lo spirito era giusto, o almeno lo fù all’inizio di quella che era, è e sarà la partita più lunga e grande mai giocata. Curioso che avessero questo spirito goliardico all’inizio…ma forse nemmeno troppo, se guardiamo al risultato fino ad oggi. Da un altro punto di vista, questo spirito fù la loro più grande intuizione per tutto quello che venne poi!
Il primo a scegliere fu quello che era lì da prima. Non ci è dato sapere come avessero fatto ad intendersi sul prima, essendo nell’eternità dell’attimo, ma di fatto erano tutti d’accordo.
Pescò le carte che voleva, essendo il primo a scegliere. Si prese le zone del mondo più belle, quelle baciate dalla natura e dal clima, con gli splendori maggiori. Quasi tutta la zona di est era sua. Poi fù la volta degli obiettivi. Prese la carta, sorrise, ma non disse nulla. E ancora non lo sappiamo, qual’ è il suo obiettivo. Certo è che dal sorriso sembrava già vicino al suo raggiungimento...
Poi vennero gli altri. Ci fù chi si prese la Grecia ed il mediterraneo, con lo scopo di conquistare almeno 10 altri stati, chi la Mesopotamia, chi si prese quell’area chiamata poi America, dove gli obiettivi furono invece di eliminarsi reciprocamente. Ma quegli sfortunati non riusciranno a raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle carte. Ci fu chi ebbe molti stati, chi pochi. Chi grandi e chi minuscoli. Alla fine del giro, rimasero solo due di loro a dover scegliere. Fu la volta di JH. Una carta sola, per lui. La prese, la girò...Nooo, ma daiiii! Ma come?! Ma che Popolo Eletto?? Ma non cel hanno neanche uno stato vero questi! Questo qua è minuscolo!!
Qualcuno rise. Ma fece male. Ancora non aveva preso la carta degli obiettivi. La estrasse dal mazzo di quelle rimaste. Eeeh, ma allora….devo conquistare più di 50 stati per vincere. Non ce la farò mai…dovrò distruggere un sacco di altre squadre ed impossessarmi dei loro stati, per poi conquistarne ancora altri. Gli altri però, che lo conoscevano, guarda un po’, da sempre, cominciarono invece a preoccuparsi. Perché sapevano della sua determinazione. E intuirono un drammatico presentimento. Anche quelli che avevano avuto molti stati, con obiettivi facili da raggiungere, senza grandi sforzi, sapevano che questo fatto avrebbe portato loro gravi problemi. E il tempo ha dimostrato che avevano ragione! Servito! Disse lui, e iniziò ad elaborare la strategia migliore per portare avanti il suo piano. Mentre pensava toccò all’ultimo di loro, AH, che prese con cura le carte dei suoi possedimenti, ed in ultimo, l’obiettivo da raggiungere. Lui non ci fece caso, perché si stava accorgendo che, tutto sommato, anche se partiva svantaggiato a livello numerico, non sarebbe stato poi così difficile conquistare molti territori. C erano molte zone con poche pedine, mentre lui, dalla sua, ne aveva davvero tante. E sorrise...ma subito venne interrotto dall’ultimo di loro. Vecchio mio! gli disse, Non cantare vittoria troppo presto: forse puoi fare tante conquiste, ma il mio obiettivo è di gran lunga più raggiungibile dal tuo. E quale sarebbe? Chiese. Devo eliminare la tua squadra. Rispose l’altro.
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